rif. GIANNETTI mt.2534

TERME DI MASINO PUNTO DI PARTENZA....... 1362MT. DI DISLIVELLO E SAREMO IN CIMA

PRIME INDICAZIONI

BLOCCO GRANITICO APPENA SOPRA L'ALPE DI CORTEVECCHIA MT.1405
LO STRETTO PASSAGGIO DENTRO LA TERMOPILI

LE INNUMEREVOLI CASCATELLE FANNO COMPAGNIA PER TUTTO IL PERCORSO CHE SALE AL RIF. GIANNETTI

SE NON FOSSE PER LA TEMPERATURA ORMAI VICINO ALLO ZERO ..... CHISSA' FORSE UN TUFFO L'AVREI FATTO

UNO SGUARDO VERSO LE CIME ....DAL PIANO DEL PORCELLIZZO MT.1899

UNA DELLE TANTISSIME POZZE D'ACQUA

LA MAGNIFICA VAL PORCELLIZZO VISTA DA SOPRA LO SPERONE ROCCIOSO CHE LA SOVRASTA

L'ULTIMO VALLONE... MANCA 1 ORA AL RIFUGIO GIANNETTI IN LONTANAZA BADILE,DENTE DELLA VECCHIA,CENGALO

QUESTA FOTO..... PENSO NON ABBIA BISOGNO DI ALCUN APPUNTO PER DESCRIVERE LA BELLEZZA DI QUESTA VALLE

ORE 10.30 POCHI METRI CI SEPARANO DAL RIFUGIO

L'ACCOGLIENTE LOCALE INVERNALE

FOSSILE DI MONTAGNA TROVATO NEL LOCALE INVERNALE

MOMENTO DI MEDITAZIONE E DI MERITATO RIPOSO

SE IL TEMPO SARA' CLEMENTE SALIREMO VERSO IL PASSO PORCELLIZZO
DIETRO DI ME IL VALLONE CHE CONDUCE AL PASSO PORCELLIZZO SOTTO IL PIZZO BADILE.... PURTROPPO PER LE CONDIZIONI METEO POCO SICURE ABBIAMO DOVUTO RINUNCIARE... SARA' PER LA PROSSIMA VOLTA

diga del GLENO mt.1521

1923 .....LA STORIA

All'alba del primo dicembre 1923,Francesco Morzenti sorvegliante della diga di pian di gleno (BG) Ricevette una telefonata dalla centrale elettrica di Molino di Povo,verso le sette del mattino:l'interlocutore gli ordinò di aumentare la portata dell'acqua inviata alla centrale idroelettrica.Morzenti lasciò la cabina di controllo e si avviò verso la passerella a valle della diga,posta sotto i possenti piloni nella parte centrale della gola.Era buio,piovigginava ed era già arrivata la prima neve che imbiancava le cime.Mentre azzionava il volano per aprire la valvola della saracinesca di scarico senti' un tonfo,una vibrazione,quasi un piccolo terremoto,caddero sassi.Poi vide una fessurazione allargarsi da uno dei piloni;fuggi',riuscendo a stento a salvarsi.
Quella tragica mattina del primo dicembre 1923,sei milioni di metri cubi di acqua e fango si riversarono dall'enorme fenditura della diga sui villaggi sottostanti causando la morte di oltre cinquecento persone.
L'ondata fu preannunciata da un violento spostamento d'aria che investi' la valle cominciando l'opera di distruzione,strappando le vesti di chi in quell momento si trovava all'aperto,seguita dalla massa d'acqua che,dopo aver devastato i centri abitati di BUEGGIO e DEZZO e provocato defraglazioni nella fornace di ghisa e nella centrale idroelettrica,andò ad esaurirsi nel lago d'Iseo

Testo preso dal libro "il crollo della diga del gleno", di UMBERTO BARBISAN